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Tra le pagine Ultra-ortodosse

Tra le pagine ultra-ortodosse, Happy Books

Senza la curiosità non potrebbe esistere Progetto Happiness.

Indagare, conoscere, parlare, connetterci con nuove realtà: avete visto l’ultimo video sugli ultra-ortodossi?

Si tratta degli ortodossi più “vicini alla fede”, quelli che conoscono la propria dottrina a menadito e rispettano il ricco codice di tradizioni, ognuno con il proprio significato.

Il matrimonio di un ultra ortodosso è di certo uno dei riti più interessanti, che affonda le radici in una storia antica evidente anche nel loro vivere quotidiano. Oggi cerchiamo di svelarne le sfumature, persino quelle più buie, consigliandovi due romanzi.

 

La Disobbedienza – Naomi Alderman

Partiamo dalla penna di una donna che sa cosa significa essere ultra-ortodossa, perché lei stessa figlia di un rabbino londinese, che con questo suo primo romanzo, pubblicato in Italia grazie a un’intuizione di Nottetempo, ha conquistato il pubblico e la critica.

Disobbedienza è la storia di Ronit, la figlia del rabbino Krushka, che vive all’oppressione di un universo ortodosso che le è stato imposto, seppur confuso dal calore rassicurante di una comunità ebraica i cui tempi sono scanditi dalle regole delle tradizioni e della fede.

Insofferente a quel mondo ultra-ortodosso, se ne distacca per recuperare un’identità e una diversità che ritrova a Manhattan. Un distacco che dura sino alla morte del padre, evento che la costringe a fare un passo indietro.

Di ritorno per il funerale, Ronit affronta la comunità che ha lasciato anni prima. La gente la respinge, eccetto un’amica che l’attrae e turba allo stesso tempo, che la induce in un dissidio di riflessioni contrastanti che solo chi vive in un contesto simile può capire.

La lettura è esperienza essenziale per sentire attraverso le voci dei personaggi, per comprendere anche noi.

 

Uno zoom letterario

“E l’hai trovata? Hai trovato la pace?” le chiesi.
“Sì, credo di sì”.
“E hai trovato la felicità?”
“In un certo senso, Ronit” mi guardò, “forse questo non lo puoi capire. Ma in un certo senso ho trovato anche la felicità”.

Un libro che ti mostra, con passi anche tecnici, l’essere “ultra” di qualcosa. Ne dispiega difetti e virtù ma grazie ai toni romanzati, il lettore riesce a empatizzare, a far propria la materia, per guardare il mondo con occhio diverso, più libero dunque critico e, forse,  più felice.

 

 

Ortodossa di Deborah Felman

Sull’esempio del primo testo, ecco il secondo titolo che può completare il nostro percorso. Si tratta della storia di Devoiri, una bambina che cresce nella comunità chassistica ultraortodossa di Satmar. Siamo nella New York negli ultimi anni Novanta, eppure sembra di ritrovarsi a contatto con una storia settecentesca.

La giovane cresce con i nonni paterni, inflessibili e rigidi nei confronti delle tradizioni ortodosse e si scontra contro una realtà repressa che non le si addice, contro la figura di una donna, di cui lei stessa è vittima, sottomessa, perché è l’uomo che comanda, è lui che decide.

Ama i libri e proprio la lettura si rivela lo strumento per evadere dalla società e dal futuro che si stava  modellando intorno a lei.

Non è facile rendersene conto e accettarlo: esser parte di un gruppo estremista significa, nonostante le mille e inspiegabili regole, esser parte di qualcosa, di una famiglia che “non ti può abbandonare”, una culla materna rassicurante.

Ma cosa c’è fuori? E cosa, come, sarà l’amore? Certi riti sono davvero necessari e pregiudicano la qualità di una coppia?

Devoiri si interroga, sbaglia, trova una risposta accettando di perdere qualcosa, per vivere la propria libertà e imporsi come donna e, prima di tutto, come essere umano.

 

Uno zoom letterario

“In questa famiglia non ci si abbraccia e non ci si bacia. Non ci facciamo dei complimenti. Ci scrutiamo invece attentamente, sempre pronti a far notare agli altri i loro errori fisici o spirituali. Chaya dice che la compassione è questa – compassione per il benessere spirituale dell’altro.”

Una storia d’amore e di ricerca, un bugiardino che è la soluzione per non giudicare mai, per essere insaziabili sempre.

Chissà se la giovane Devoiri avrà trovato la strada per la sua felicità…

 


Mi chiamo Federica, le mie origini sono sicule ma la mia vita è in continuo movimento tra la Francia e l’Italia (per studio e passione, mi sono da sempre dedicata alle lettere e all’arte).

Ho un profilo in cui consiglio e racconto libri che si chiama Maisondul.

Amo la sensibilità e la gentilezza, cammino sempre con un libro in mano e gli occhi sgranati e curiosi verso il mondo.