Top

World Happiness Report 2024, a che punto siamo con la felicità?

World Happiness Report 2024

Ogni anno attendiamo il mese di marzo come si attende il Capodanno o un compleanno, con quel mix di trepidazione e curiosità che ci porterà a scoprire, con la pubblicazione del World Happiness Report 2024, se siamo migliorati in materia di felicità.

Non è una questione di podi e medaglie: per noi che viaggiamo alla ricerca di cosa renda le persone felici si tratta dell’indicatore più affidabile per capire se stiamo percorrendo la strada giusta e se è possibile modificare un futuro ancora tutto da scrivere.

 

Il World Happiness Report 2024 è il più ricco di sempre

Prima di addentrarci nella materia, ricordiamo che il WHR è un report annuale redatto dal centro di ricerca sul benessere di Oxford, in partnership con il Sustainable development solutions network delle Nazioni Unite. Si basa su una serie di questionari che la società di consulenza Gallup sottopone ai cittadini di oltre 140 paesi. 

Come ogni anno, anche l’edizione 2024 è stata pubblicata il 20 marzo, Giornata mondiale della felicità.

I nuovi dati del Rapporto Mondiale sulla Felicità 2024, mostrano il quadro più ricco- e si spera veritiero- mai realizzato prima d’ora. Per la prima volta presenta una suddivisione per fasce d’età, con risultati notevolmente differenti dalla classifica generale. Ogni generazione ha propri bisogni e sensazioni ed è giusto che ognuna di essa possa esprimere la propria voce. 

La motivazione di questa scelta parte da un assunto: una media aritmetica è la sommatoria di più voci, e quando esse sono troppo diverse tra loro, il risultato non può essere veritiero.

 La felicità umana non è un gioco di operazioni, non ha nulla a che fare con la precisione matematica.

Un esempio? 

La Lituania è in cima alla lista per i bambini e i giovani sotto i 30 anni, mentre la Danimarca è la nazione più felice al mondo per chi ha 60 anni o più.

 

Un focus sulle generazioni

Nel confronto tra generazioni che abbiamo anticipato è interessante notare come i nati prima del 1965 siano in media più felici di quelli nati dal 1980 in poi. 

Capire da cosa derivi questo divario è complesso e dovrebbe essere approfondito, ma è emerso che tra i Millennial la valutazione della propria vita diminuisce con l’avanzare dell’età, tra gli over 50 la soddisfazione della vita aumenta con l’età.

Inoltre, osservando lo stato di felicità della popolazione mondiale di bambini e adolescenti, i ricercatori hanno scoperto che, a livello globale, la GenZ di età compresa tra i 15 e i 24 anni riporta una soddisfazione di vita maggiore rispetto agli adulti. Esistono, però,  le eccezioni che confermano le regole: in Nord America  avviene esattamente il contrario.

 

World Happiness Report 2024

 

Empatia e aiuto: ci pensa la GenZ

Dalle ricerche emerge anche un altro dato molto curioso, prova di come i pregiudizi possano farci cadere in errore. Secondo queste, i millennials e la generazione z (i nati tra il 1996 e il 2010) si sono dimostrate le due categorie più attive e interessate ad aiutare gli altri nei momenti del bisogno. 

È forse il momento di dire basta  ai lamenti nostalgici verso le generazioni passate, considerate sempre come le migliori? 

Quali sono le novità in classifica rispetto all’anno 2023?

  • La Serbia (37°) e la Bulgaria (81°) hanno registrato i maggiori aumenti nei punteggi medi di valutazione della vita da quando sono stati misurati per la prima volta dal Gallup World Poll nel 2013. 
  • I due Paesi che hanno registrato i maggiori incrementi nella valutazione della vita sono la Lettonia (46°) e il Congo (Brazzaville) (89°), con aumenti di 44 e 40 posizioni tra il 2013 e il 2024.
  • Gli Stati Uniti d’America (23°) sono usciti dalla top 20 per la prima volta dalla pubblicazione del Rapporto Mondiale sulla Felicità nel 2012, a causa di un forte calo del benessere degli americani sotto i 30 anni. 

Poche differenze, invece, per i capo e chiudi fila…

  • La Finlandia è in cima alla classifica generale per il settimo anno consecutivo
  • L’Afghanistan, purtroppo, rimane in fondo alla classifica generale

 

La classifica degli stati più felici del mondo

Il cuore pulsante del World happiness report resta comunque  la classifica degli stati più felici del mondo, basato sulle risposte date dalle persone intervistate a un questionario di autovalutazione della propria qualità della vita. 

Ricordiamo che:

Le classifiche si stilano su una media della valutazione della qualità della vita di ciascuna popolazione. Esperti interdisciplinari (economisti, sociologi, psicologi) cercano poi di spiegare le variazioni tra i Paesi utilizzando fattori come il PIL, l’aspettativa di vita, il senso di libertà, la generosità e la percezione della corruzione.

Attenzione ai dati!

Nonostante i progressi che mirano a risultati sempre più autentici, gli autori del report chiariscono che i dati tendono a essere piuttosto simili di anno in anno, anche perché la classifica fa riferimento alla media del triennio. 

Si spiega così il motivo per cui la Palestina sia in 103esima  posizione – nella parte finale della classifica – e Israele addirittura tra le prime dieci. 

Nel loro caso specifico si aggiunge un dettaglio non trascurabile: per la Palestina il sondaggio di quest’anno è stato osservato prima della guerra, per Israele dopo la cattura degli ostaggi da parte di Hamas ma prima della gran parte degli attacchi su Gaza.

 

Un focus sul podio della felicità

Anche quest’anno i paesi del Nord Europa mantengono il primato, ma vediamo insieme la classifica per capire cosa li ha portati a vincere e in cosa potremmo prendere spunto per migliorarci: 

  • Finlandia:  I dati hanno evidenziato un basso livello di corruzione, che va al passo con la presenza di istituzioni democratiche e un sistema educativo mirato al benessere sociale. Inoltre la felicità finlandese si esprime attraverso la connessione con la natura, lo stile di vita equilibrato, un cibo salutare e un approccio alla vita sostenibile. Secondo i finlandesi la felicità non è un mistero complesso ma un insieme di azioni da mettere in pratica ogni giorno. Una passeggiata nel bosco o un momento di relax a un pasto preparato con ingredienti locali. Semplice, no?
  • Danimarca: Anche qui si evidenzia un soddisfacente benessere sociale, l’assenza di corruzione e ottimi livelli di insegnamento ed educazione. Tutti questi risultati si sommano all’attenzione a una vita sostenibile e il perfetto equilibrio tra la lavoro e famiglia. (Ricordate L’ HYGGE? Ne racchiude perfettamente il senso).
  • IslandaOltre a tutti i dati positivi, quello che fa la differenza riguarda la natura: un contatto con la natura quasi simbiotico è l’elemento DISTINTIVO della felicità islandese. Inoltre, il paese conta un’altissima percentuale di fiducia nel prossimo, ciò porta a una forte coesione sociale e un benessere sincero.

 

World Happiness Report 2024

 

E l’Italia?

Purtroppo sono tempi dolenti: il nostro paese non compare più neanche tra i primi 40 paesi. Dal 33esimo posto della classifica 2023  ( in cui aveva già perso 2 posizioni rispetto al 2022 e 8 rispetto al 2021) siamo arrivati al 41esimo. 

Perché tanta infelicità? In buona parte deriva dalla cattiva sanità e dalla paura di un futuro instabile.

Restiamo però  positivi perché abbiamo tutte le carte in regola per migliorare, proviamo a essere meno pessimisti e più proattivi.

 

Cosa fare dopo il World Happiness Report 2024?

Agire. 

Il progressivo oscillare della classifica è un allarme che deve aiutarci a prendere in considerazione quanto sia importante la felicità nella vita di un individuo. Nonostante le difficoltà, delle volte davvero dure da arginare, se imparassimo a prenderci cura della serenità, nostra e degli altri, potremmo costruire quel futuro che ci sembra adesso mera utopia.

Fermiamoci un attimo a pensare, in fondo è tutta una questione di impegno, dedizione, generosità: rimbocchiamoci le mani per il prossimo report.