L’ultimo beduino del deserto del Wadi Rum
In Giordania , nel deserto del Wadi Rum, vivono e resistono ancora 4 famiglie di Beduini: gli ultimi nomadi del deserto!
Sono andato in Giordania per incontrare Mutlaq, uno degli ultimi beduini che ancora vivono una vita nomade nel deserto.
Non è per niente facile sopravvivere alle regole del deserto del Wadi Rum, ma vivendo con Mutlaq e la sua famiglia ho imparato che proprio queste persone conservano ancora ideali e principi fortissimi sull’aiuto reciprolo che per loro equivale alla vera felicità.
La felicità è la pioggia nel deserto. La felicità è accoglienza.
Deserto del Wadi Rum, nel cuore della Giordania, Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Una distesa infinita di sabbia rossastra. La Valle della Luna, così viene chiamata per la sua somiglianza con la sabbia lunare.
In una grotta scavata nelle colline di arenaria, immerso nel silenzio della notte del deserto e abbracciato dal caldo tepore del focolare, ho scoperto un nuovo ingrediente della felicità: l’ACCOGLIENZA.
Accogliere è la missione di ogni beduino.
Accogliere non è solo ospitare: la sfumatura di significato va ben oltre.
Accogliere significa “abbracciare” l’altro, sostenerlo “lontano da casa”.
La ricetta della felicità di Mutlaq, uno degli ultimi beduini del deserto, uno degli ultimi uomini a tramandare tradizioni secolari, è semplice:
“Siamo beduini, viviamo soli nel deserto, spesso senza acqua o cibo. Se resti bloccato, nessuno può aiutarti. Devi aiutare te stesso.
Ma cosa penseresti se qualcuno dovesse aiutarti?
Ne saresti incommensurabilmente felice.
Ecco perché aiutare gli altri ci rende felici: perché sappiamo di rendere l’altro felice, ma sappiamo anche che le Persone impareranno una nuova lezione e loro stesse faranno di tutto per aiutare un’altra persona in difficoltà”.
Aiutare gli altri è aiutare se stessi, ma anche altre persone ad aiutare altre persone… in un ciclo potenzialmente infinito.
Ma allora perché è così difficile accogliere?
Perché ci viene più facile sottolineare le differenze che tendere la mano a chi è in difficoltà?
Perché allora spesso tendiamo ad allontanare ciò che ci appare lontano da noi?
Probabilmente perché è la strada più facile.
Per fortuna, però, abbiamo imparato che, a volte, la felicità passa dalle strade più complesse e tortuose da percorrere.
Ecco allora che le parole di Mutlaq hanno rinvigorito uno dei valori chiave che guida questa ricerca della felicità: ascoltare l’altro e raccontare storie per dare importanza e valorizzare uno scambio di culture, visioni, opinioni, in un Mondo che tende più a chiudersi che ad aprirsi.
Solo così possiamo evolvere e imparare ad accogliere.
Solo così, nella vita di ogni giorno, possiamo costruire la nostra felicità, ma anche contribuire a quella di chi ci è vicino.