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Educazione alla felicità: la cultura della felicità

Educazione alla felicità

Dovremmo educarci alla felicità

Sembra banale, forse, ma non lo è. Il concetto di “educazione alla felicità” per essere implementato ha bisogno di una rete sociale coesa e salda, di processi strutturati e formazioni adeguate.

La felicità non è astrazione ma concretezza e come tale potrebbe far parte, grazie anche a progetti culturali, del processo di crescita di ciascuno.

 

Educazione alla felicità: In Italia a che punto siamo?

Noi ne siamo certi: parlare di felicità è il primo passo per permettere a più persone possibili di raggiungerla.

La sensibilità sull’argomento sta cambiando visibilmente e nel territorio italiano sempre più associazioni, comuni e istituzioni scolastiche stanno mettendo in atto dei piani incentrati sulla felicità in modo da far diventare un diritto, ciò che è ancora affidato al carattere e alle possibilità del singolo.

L’operazione è semplice: Generazioni + felici = futuro + positivo

 

L’ora della felicità

L’avrete letto su tutti i giornali, l’idea che sta alla base de “L’ORA DI FELICITA’” ha qualcosa di straordinariamente rivoluzionario, soprattutto perché parte da una scuola pubblica che accoglie bambini diversi tra loro, non sempre in situazioni agiate.

Ma in cosa consiste?

L’istituto comprensivo Giovanni Paolo II di Policoro, provincia di Matera – Basilicata, da quest’anno sta provando a trasformare l’approccio educativo tradizionale, incentivando l’attenzione psicologica e affettiva degli studenti. 

Il progetto è nato dalla domanda “I nostri alunni si amano?” poi constatata dall’analisi dei dati. 

Si è vista, infatti, una crescente diffusione di disturbi legati alla psiche, all’apprendimento, alla depressione, al bullismo e all’emarginazione. 

Ecco quindi che I.C G. Paolo II, per un’ora a settimana, aiuta i ragazzi a lavorare sulle emozioni attraverso il teatro, la stesura di un diario della gratitudine, la pratica dello yoga

Durante l’ora di felicità gli studenti costruiscono una vera “zona del relax”,  si scambiano lettere e complimenti, indossano il grembiule da cucina per preparare il loro menù della felicità e stimolano la creatività.

I risultati sono già evidenti ed è doveroso ringraziare e menzionare il professor Mariano Laudisi, pioniere dell’iniziativa. 

Il docente di lettere dell’Istituto comprensivo Virgilio-Salandra di Troia, in provincia di Foggia che nel 2019-2020 aveva già lanciato in tutta Italia il suo progetto “Le scuole della felicità”. 

Da allora è riuscito a raccogliere più 50 adesioni scolastiche, tra cui questa del materano.

Il nostro auspicio per il futuro? Che possa diventare la normalità e far crescere una nuova scuola maestra di cultura e felicità.

 

Educazione alla felicità

 

Tra architettura e felicità

A proposito di progetti e cultura, è sicuramente interessante menzionare quello della Fondazione per l’Architettura di Torino che ha iniziato a intraprendere per l’anno 2024, aperto a tutti.

La relazione tra Architettura e Felicità è già stata indagata in passato, soprattutto attraverso lo sguardo di filosofi e scrittori ma adesso vuole raggiungere chiunque, non solo esperti del settore.

Per iniziare questo viaggio esplorativo verso la gioia, la Fondazione è partita dalla domanda “Dove sta di casa la felicità?”  concentrarsi, poi, sull’obiettivo di dare risposte concrete e realizzabili. 

Il cuore di tutta la progetto è una Masterclass che indaga la relazione tra spazi costruiti e felicità grazie ai contributi di docenti esperti e multidisciplinari.  Il percorso, chiamato Building Happiness , comprende una ventina di appuntamenti con architetti, tour di luoghi felici, talk culturali con ospiti illustri. Tra tutti spicca la collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e il Circolo dei lettori di Torino e la realizzazione di una mostra fotografica in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia. 

Clicca qui per maggiori informazioni

 

Quando la felicità parte dai Comuni

La Fondazione Casa del Volontariato di Carpi ci sorprende con un progetto quasi utopico che cerca di accompagnare le realtà del territorio verso un processo di consapevolezza che vede nella felicità un bene pubblico da perseguire insieme.

Il comune di Carpi è un precursore in questo: già nel 2021 aveva dato vita al Museo della felicità riscuotendo notevole successo.

Quella di adesso è una sfida ancora più ambiziosa che chiama tutti i cittadini all’azione, un invito a progettare idee (non importa di che natura, basta la creatività) per la costruzione di una nuova cultura della felicità. 

Alla base del progetto risiede un modello teorico e una formazione accademica che prende spunto dal modello Perma teorizzato Prof. Martin Seligman- direttore del Penn Positive Psychology Center presso l’Università di Philadelphia- che insegna come progettare  azioni capaci di trasformare le nostre realtà in luoghi generativi di felicità.

Vediamo insieme i fattori e le azioni che permettono questo cambiamento:

  • “Positive Emotions”. Dare voce alle emozioni positive come la gratitudine, gentilezza, meraviglia, perdono, gioia per superare con abilità le sfide quotidiane.
  • “Engagement”. Sperimentare attività che catalizzano le nostre attenzioni a tutto tondo, capaci di scatenare maggiore energia, entusiasmo e forza. (Es. la progettazione di un lavoro fai da te)
  • “Relationships”. Agevolare la costruzione di relazioni e connessioni sociali positive.
  • “Meaning and purpose”. Aiutare ognuno di noi ad individuare il proprio scopo nella vita, non dimenticando quanto sia importante ritrovarci nella nostra individualità.
  • “Accomplishment”. Promuovere la capacità di crescere costantemente.

Ognuno può candidarsi e partecipare con un proprio progetto, ottenendo un riconoscimento ufficiale ed essendo inserito nella mappa dei luoghi generativi di felicità, al secondo piano del Museo della Felicità di Carpi, dedicato alla felicità collettiva.

 

I Parchi della felicità

Che la felicità si esprima attraverso il contatto con la natura è ormai certo. I parchi della felicità sono non solo oasi di verde, ma delle innovative opere sociali che riescono a congiungere le generazioni e ci aiutano a scoprire la bellezza della sostenibilità e dei rapporti umani

In Italia si stanno diffondendo sempre di più e ne è uno splendido esempio il progetto di riqualificazione del parco di via Fra Galdino, in provincia di Lecco. 

Il Piano prevede la realizzazione di aree relax e pic- nic, insieme a nuovi percorsi pedonali che formeranno “un’isola di felicità”.

Lo spazio “felice” prevede giochi prodotti con materiali sicuri e al tempo stesso sostenibili, pensati per favorire apprendimento e creatività. 

La tipologia dei giochi selezionati, condivisa con docenti e bambini, intende stimolare psicomotricità, equilibrio e coordinazione.

Inoltre, nelle aree per adulti saranno presenti tavoli e panche in cui si potranno svolgere incontri e attività culturali di ogni genere, sempre aperti e gratuiti.

 

 


 

Questo Articolo vuole contribuire al raggiungimento dell’Obiettivo 03 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età.