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Di viaggi e di video con Franco Dubini

Franco Dubini

Il nostro viaggio alla scoperta dei content creator italiani oggi ci porta a incontrare un artista del buonumore, come mi piace descriverlo.

Diventare un videomaker internazionale non è facile ma oggi qui con me c’è Frank Dubini, un grande videomaker!

Basti pensare che lavora anche con Nas Daily, che per me è uno dei migliori creator a livello mondiale!

 

Ciao Frank, iniziamo subito… puoi presentarti brevemente ai ragazzi della community che magari ancora non ti conoscono o non ti seguono?

No, sono curioso di vedere come mi descrivi tu. 

Sai cosa dicono: “ Il tuo brand e’ come ti descrive la gente quando non sei nella stessa stanza”.

Eccolo… sono bastati 20 secondi per una risposta inaspettata… Allora ve lo dico io chi è Franco.

Franco è un super videomaker ma soprattutto un ragazzo estremamente gentile e disponibile con cui sono in contatto da tempo.

Ha fatto un sacco di esperienze, raccontato tante storie e direi che è un “portatore sano di entusiasmo”!

Può andarti bene come presentazione?

Sì, dai, posso accettarla…

 

 

Come diventare videomaker internazionale: storytelling e l’arte dello scrivere

 

Ora che le presentazioni sono fatte, puoi raccontarci come è nata la tua passione per i video? Com’è stato il percorso di avvicinamento a questo mondo?

Ho incominciato come fotografo, cioè si fa per dire…

Facevo foto, ero ossessionato da bambino.

Poi mi sono trasferito a Berlino dove ho fatto ancora più foto.

A Berlino ho anche capito che c’è gente che si nomina artista… pittore, concettuale, fotografo, designer… you name it… che in realtà non sa che accidenti stia facendo nella vita.

Fa cavolate, salta da un progetto all’altro sentendosi chissà chi ma poi mangia pane e patate, si veste per far scena e esce a fumare sigarette.

Oddio. No no io sono quel tipo di artista.

Lo so che sono creativo ma wei, a me piacciono i soldi e non voglio “essere alla ricerca di qualcosa” io voglio “trovare qualcosa, ora, adesso!!”

In quegli stessi mesi, prima della mia partenza per l’Australia, mi spizzavo i video di Casey neistat su YouTube.

“Wow sto tipo fa cose assurde, e nel frattempo è semplicemente se stesso.. però lavora come uno stacanovista”. Pensai: “è uno sballo mi piace!”

In Australia incominciai a fare video qua e là e così mi innamorai sempre di più della telecamera, che naturalmente, sapevo usare, ma più di quello mi innamorai della persona che diventavo quando la tenevo in mano.

Il filmmaking mi ha aiutato a trovare me stesso, la mia vocazione: lo storytelling. Così ho deciso di seguire questa forma di espressione.

 

Molto spesso ricevo messaggi di ragazzi che vogliono costruire un progetto online, viaggiare e raccontare le loro passioni con i video… quali consigli ti sentiresti di dare a questi giovani?

Viaggia lontano dalla tua famiglia, basta con le influenze.

Stai solo, soffri un po’, fa solo bene.

Impara a risparmiare, impara a chiedere e ad accettare. Parla con sconosciuti.

Scrivi, scrivi! Scriviiiii!!!

La forma d’arte per eccellenza è la scrittura. Se sai scrivere puoi tramutare i tuoi pensieri in concetti, storie, messaggi. Scrivi.

E sopratutto, fallo perché ne hai bisogno.

Mettiti in gioco, schiaccia “record”!

Dai da mangiare a quel demone dentro che ha sete di PROVARE. Quindi prova!

Tieni a mente, tra l’inizio e la fine c’è il processo creativo…che è l’unica cosa che conta.  L’inizio e la fine.. dimenticali.

 

Franco Dubini, mare

 

Hai parlato di scrittura, di storytelling… hai qualche lettura da consigliare ai ragazzi che vogliono affrontare questo percorso?

Certo, certosino.

Prima di tutto consiglio di leggere i copioni dei film a loro cari.

I copioni interi proprio. Si trovano su internet.

È affascinante vedere come dalla carta, attraverso la scenografia, il linguaggio della telecamera, gli attori, e la regia si riescano a portare in vita opere vere e proprie.

Se no, una lettura di grande ispirazione è la biografia di Buster Keaton.

Stuntman, regista e attore Holliwoodiano degli anni ’20s, 1920s.

Ha semplicemente spaccato tutto lui. Se vuoi fare cinema devi accettare il tuo essere pazzo, lui era uno su un milione.

Buster keaton: memorie a rotta di collo, o, Buster Keaton: My wonderful world of slapstick.

 

Pandemia, cambiamenti e l’importanza di creare valore

 

Un’anima internazionale come la tua come ha vissuto la pandemia? Come sta influendo questo periodo sui tuoi progetti, sulla tua creatività, sulla tua energia?

All’inizio ero mega preoccupato per i miei genitori.

Io ero bloccato in Messico.

Mi continuavano a cancellare i voli.

Ansia per i genitori era l’unica cosa che mi rendeva triste.

Per il resto, fottesega… ero in Messico, mi ero trovato una buona casa dove stare e gente dall’America e Bolivia e venuta a trovarvi…

Un ragazzo è diventato mio assistente e io ho continuato a produrre…

Quando tu sei sia il content creator che il contenuto non hai bisogno di nulla…

Onestamente fratello, il mondo può anche smettere di girare io un modo di sbizzarrirmi lo troverò sempre.

 

Franco Dubini, cane

 

Ecco… hai parlato di contenuti! Come content creator abbiamo la fortuna di poter raggiungere in poco tempo migliaia di persone. Credo che questa sia una responsabilità che non dobbiamo mai dimenticare. 

Come pensi si possa far avvicinare le persone ai temi della sostenibilità e dell’inclusione con i mezzi a nostra disposizione?

Rendendo le storie che racconti le storie di tutti.

Siamo umani, siamo fatti di storie.

Ci siamo affascinati e per questo motivo ci relazioniamo a quelle di altri.

Vogliamo immedesimarci e a volte ritrovare noi stessi.

Prima bisogna catturare l’attenzione, un po’ di humor, sarcasmo, o qualche wow bomb here and there.

Poi punta al cuore. E lascia che ti dica il segreto: quando nelle tue creazioni ci metti il cuore, indipendentemente da cosa devi dire, troverai sempre il pubblico che ha bisogno di connettere.

Quindi il mio consiglio è quello di metterci tutto te stesso in quel video che stai girando, il libro che stai scrivendo o quel quadro che stai dipingendo.

Fidati del tuo istinto e non tralasciare la tua verità, la tua storia.

Certo, per saper scegliere il punto della storia che più colpisce il cuore della gente bisogna fare molte ricerche. Fare domande, imparare, imparare, imparare.

E trovo che il metodo più efficace per fare ciò, è di rivolgersi direttamente alle persone.

Noi tutti abbiamo problemi diversi, ma la causa dei nostri problemi, alla radice, è più comune di quanto pensiate. Perché e’ umana.

 

Da quando finalmente si è potuti tornare a viaggiare, con le tue serie su Instagram “Italiano in Turchia” e “Italiano in Portogallo” hai trovato un modo coinvolgente per raccontare i Paesi in cui ti trovi… come è nata questa idea?

Un apolide. Non sono un apolide.

Come penso, come mangio, come cammino, come parlo… tutto questo è frutto di dove sono nato e cresciuto.

L’Italia, nel bene e nel male mi ha formato.

Il mondo l’ho visto e continuerò a vederlo, ma mai ho dato peso all’essere italiano…

Sì, la gente si faceva beffa del mio accento quando parlavo in inglese. Ma mai avevo capito che era perché il nostro accento è affascinante.

La nostra lingua è tra le più belle al mondo… mica è il Finlandese!!!

Il come mi relaziono al mondo e anche parte del mio essere italiano.

Quindi, ora voglio fare le cose schematicamente, quasi a modi rituale.

E questo è un format che ho creato e spero mi accompagnerà nei miei viaggi per un bel po’.

Ora, che sono italiano, lo dico forte e chiaro. E così nacque italiano in…

E onestamente? Voglio fare dei video che mia mamma capisce.

 

Quali altre tappe dobbiamo aspettarci? Quali sono i tuoi “sogni nel cassetto” e i piani per il prossimo futuro?

Vincere un oscar.

Come? Quando? Perché? Non lo so.

Seguo l’istinto e lo ripeto ad alta voce a chiunque incontro. Perché ci credo. Nel mentre mi godo la via.

E lavoro a qualsiasi progetto mi faccia brillare gli occhi quando ci penso.

 

Una curiosità… come hai visto dal mio logo, abbiamo un colore che ci accomuna… tu hai fatto del giallo un vero e proprio marchio di fabbrica… puoi svelarci qualcosa su questa scelta?

Come tutte le cose migliori, la scelta non è stata premeditata o forzata.

È successo da solo e penso che la gente mi accosti al giallo perché riesce a vederci una connessione…

Tra me e il giallo… chissà magari l’energia che emana.

Comunque, semplicemente, onestamente, quando mi vesto di colore giallo… sto meglio. Dentro. È quasi magia.

 

Franco Dubini, giallo

 

La felicità secondo Frank Dubini

 

Per chiudere… ecco “The Question”… che cos’è per te la Felicità?

Creare.

Da un semplice progetto alla tua stessa esistenza. da un concetto ben scritto a un quadro disordinato.

essere artefice permette a noi di esprimerci. l’esprimersi, permette a noi di esplorare i nostri desideri e incontrare le nostre necessità. Soddisfarle. analizzarle, e a volte…arrendersi a loro.

creando affrontiamo i nostri limiti mentali e fisici, li mettiamo alle corde, li battiamo fino a sradicarli completamente dalla nostra persona, preimpostata dalla società, dai pensieri comuni, dalla famiglia…. da solo… creando siamo umani e eleviamo la nostra coscienza verso le vette piu alte del vivere.

Creare è faticoso, ti rende vulnerabile e allo stesso tempo invincibile. in esso io trovo la mia felicità”.