
Cannabis e Lockdown: cosa sta succedendo?
Il 20 aprile di ogni anno si celebra il Cannabis Day, una giornata in cui (in assenza di Covid-19) in tutto il mondo si organizzano eventi tematici dedicati alla cultura della marijuana.
La data scelta ha una simbologia ben precisa: deriva dal codice 420, solitamente utilizzato per identificare la cannabis.
Perché 420?
L’origine di questa denominazione risale alla California dei primi anni Settanta, da una storia che vede protagonisti i “Waldos”, un gruppo di ragazzi di San Rafael che, come luogo di ritrovo fuori dalla scuola avevano identificato un muro (“Wall”).
Come ci spiega la voce Cannabis Day di Wikipedia, l’uso del termine 420 nasce da “una loro ricerca di un raccolto abbandonato di cannabis nel 1972, basato su una mappa del tesoro fatta dal coltivatore”.
Le 4.20 pm era l’orario che questi ragazzi stabilirono come momento di ritrovo sotto la statua di Louis Pasteur nel parco della San Rafael High School.
I numeri 420 divennero dapprima la sigla del loro piano e da qui in avanti furono utilizzati per identificare l’utilizzo della cannabis.
A questo si aggiunga che nel tempo le 4.20 pm divenne anche l’orario considerato “socialmente accettabile” per il consumo della marijuana.
Cannabis e lockdown: ne ho parlato con Sister Kate
Come molti di voi avranno visto nell’episodio numero 20 di Progetto Happiness, circa un mese fa mi trovavo in California, dove ho intervistato delle suore molto speciali, “The Sisters of The Valley”.
Ho trascorso una giornata insieme a un gruppo di “sorelle” che dedicano la loro vita a coltivare la cannabis.
Da questa estraggono degli oli essenziali con i quali creano unguenti con proprietà benefiche che vendono ed esportano in tutto il mondo.
Non lasciatevi ingannare o influenzare da stereotipi e luoghi comuni: il loro business ha fruttato più di un milione di dollari di ricavi solo nel 2019.
E il lockdown ha quasi paradossalmente reso il loro operato ancora più intenso.
Tutti parlano di corsa all’amuchina, alle mascherine, alla carta igienica o di lotte agli scaffali per accaparrarsi la pasta ma si dimenticano (o fingono di ignorare) la ricerca di scorte di cannabis medicinale.
Ho parlato qualche giorno fa con Sister Kate e mi ha confermato che gli scaffali virtuali del loro e-commerce sono stati presi d’assalto dopo l’annuncio della quarantena.
Più 140% di vendite totali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente!
Corsa alla marijuana: una riflessione
Sembra strano a dirsi, forse a causa di un retaggio culturale della nostra società, ma la marijuana medicinale è considerata per molte persone un bene di prima necessità.
“The sisters of the valley” mi hanno spiegato gli effetti benefici contro depressione, insonnia, dolori articolari…
Mi hanno raccontato anche del giovamento che ne traggono le persone che la utilizzano per alleviare i sintomi negativi che seguono una chemioterapia.
Nello specifico, il prodotto più venduto dalle sorelle, sono i semi di canapa, il simbolo della loro crociata alla regolarizzazione di questa pianta dalle mille proprietà.
Di questo ne ho parlato anche nella diretta su YouTube con Matteo Gracis, giornalista e nomade digitale, esperto sull’argomento.