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Una nuova missione: aiutare le spose bambine in Benin

Dopo aver trascorso 10 giorni in Iraq la scorsa estate, sono in partenza per una nuova missione umanitaria a seguito dei Medici di Emergenza Sorrisi.

Dal 27 marzo al 3 Aprile, l’équipe medica guidata dai chirurghi plastici Mario Altacera ed Ernesto Marziano sarà impegnata a operare bambini nati con malformazioni al volto nel distretto di Cotonou, in Benin, presso l’ospedale Menontin.

Questa volta, però, la mia missione avrà anche un altro obiettivo: raccontarvi del progetto “Tolleranza Zero”, un’iniziativa di promozione culturale volta a contrastare il fenomeno delle spose bambine.

Le Spose Bambine in Benin: cosa sappiamo.

Si tratta di un tema che affligge molte nazioni africane e di cui si parla molto poco ma, nel solo Benin, due bambine su tre vengono costrette al matrimonio o vendute al futuro marito, semplicemente per saldare un debito.

Il tasso di matrimonio infantile per le ragazze di età inferiore ai 18 anni è del 31,7% e dell’8,8% per le ragazze di età inferiore ai 15 anni.

Attraverso questo progetto Emergenza Sorrisi cerca di sensibilizzare la popolazione locale su un tema che è innanzitutto di tipo culturale: quello dei matrimoni di adulti con giovani adolescenti in crescita.

Molto spesso per paura delle conseguenze è il silenzio a prevalere presso la popolazione e per questo è necessario uno sforzo costante per aiutare le famiglie ad indirizzarsi verso una strada di cambiamento, per preservare il futuro di tantissime bambine.

Come mi ha spiegato Akoto Eustache, direttore di Emergenza Sorrisi Benin prima di programmare la missione:

“Soltanto parlando apertamente del problema è possibile contrastare con forza la banalizzazione della violenza e degli abusi sessuali sui bambini.

Per combattere il fenomeno ci sono ancora tanti passi da fare a partire da una promozione del dialogo sociale sulle norme che perpetuano questo tipo di matrimonio.

Occorre rafforzare così la capacità della comunità nel prevenire gli abusi e violenze sessuali tipici dei matrimoni precoci”.


Il mio obiettivo sarà quello di provare a raccontare tutto questo e non solo.

Al mio ritorno pubblicherò un episodio di Progetto Happiness dedicato per dare voce a chi voce non ha. Per sensibilizzare l’opinione pubblica su quello a cui assisterò. Per ricordare a tutti noi quanto siamo fortunati a poter scegliere liberamente chi amare.

Sono certo che sarà un’altra missione ad alto impatto emotivo ma l’obiettivo di Progetto Happiness è quello di indagare la felicità in ogni sua sfumatura, in ogni parte dal mondo, anche dove, apparentemente, la felicità non sembra avere cittadinanza.

Per maggiori informazioni o per sostenere la missione, clicca qui.