The Challenge Express. Questo il nome che diedi al mio primo giro del mondo.
Ne hai sentito parlare?
Ne ho accennato durante la mia intervista con Marco Montemagno ma sul web non troverai molto.
A quei tempi non ero molto “social”.
Oggi che Progetto Happiness è arrivato a metà percorso e ci stiamo avvicinando all’ultimo episodio di questa “prima parte” di questa avventura, vorrei raccontarti qualcosa di più su quella mia esperienza.
Giro del mondo: come realizzare un sogno
Da piccolo non ero uno di quei bambini con le idee chiare sul suo futuro.
Non ho mai detto “Mamma voglio fare l’astronauta” (anche se alla NASA un pochino ci sono andato vicino) oppure “Da grande diventerò un medico”.
Avevo però un grande sogno: completare un giro del mondo.
Spesso mi ritrovavo a sognare di essere il protagonista di avventure degne di un romanzo di Salgari (senza immaginare che un giorno avrei intervistato il “vero Sandokan” Kabir Bedi).
Così, durante il periodo universitario, ho iniziato a fare qualche lavoretto qua e là per mettere da parte la somma che mi sarebbe servita per coronare questo desiderio.
Nel 2014, appena conseguita la mia tanto sudata laurea in marketing, mi sono messo lo zaino in spalla e sono partito per la mia avventura.
Le tappe del mio primo giro del mondo
Il mio primo giro del mondo è durato un anno, proprio come sarebbe dovuto essere per Progetto Happiness.
Sono partito da Milano salutando tutti miei amici e la mia famiglia all’aeroporto di Linate.
Se la memoria non mi inganna, ho trascorso:
- 3 mesi in India;
- 2 mesi in Indonesia;
- 2 mesi in Australia;
- 2 mesi in Giappone;
- 1 mese e mezzo in Alaska;
- 1 mese in USA;
- 15 giorni in Israele e Palestina.
Insomma… facendo un rapido conto, se non sbaglio, dovrei aver attraversato almeno tre continenti e vissuto in ben tredici nazioni differenti.
Direi che nell’elenco dei sogni da realizzare la voce “giro del mondo” posso spuntarla.
Cosa ho imparato durante questo viaggio
Ti sembrerà banale. Forse si è troppo abusato di questo concetto tanto da farne perdere il vero significato.
Tuttavia non credo ci sia un modo migliore per definire l’anno trascorso in viaggio: una scuola di vita.
Nel paragrafo precedente ti ho raccontato le tappe ma non potrei mai riassumere in poche righe le emozioni che ho vissuto e le cose che ho imparato.
Ho incontrato persone di ogni classe sociale, di ogni etnia, di ogni credo religioso assorbendo e imparando da tutti i miei incontri.
Mi sono ritrovato a svolgere ogni tipo di lavoro: dal pulire i bagni in un ostello in Giappone a gestire un maneggio in Alaska!
Questa esperienza mi ha cambiato davvero la vita e mi è stata utilissima anche sul lato più pratico per organizzare i primi sei mesi di Progetto Happiness.
Un esempio? Guarda come ho ottimizzato la mia esperienza nella preparazione dello zaino.
Vuoi ripercorrere con me The Challenge Express?
The Challenge Express è stata un’esperienza personale davvero forte che ha davvero segnato positivamente la mia vita.
Per molto tempo ne ho custodito gelosamente i ricordi ma mi sono accorto di avere una quantità incredibile di materiale!
Per questo motivo ho scelto di condividere quest’avventura utilizzando il canale Patreon di Progetto Happiness.
Fino a qualche tempo fa erano pochissime le persone a conoscenza di tutte le esperienze vissute.
Per questo desidero raccontare questa storia solo ai veri affezionati di Progetto Happiness e a chi sta dimostrando di avere a cuore l’essenza di questo progetto: trovare la formula universale della felicità per poter portare un cambiamento nella società.
Se vi va di ripercorrere con me il mio 2014 e aiutarmi a sostenere le iniziative dei prossimi mesi ti aspetto a braccia aperte!