
Mi trovo su di un classico tuk tuk indiano per le strade di Mumbai, il cuore pulsante di Bollywood.
Qui vivono tutti gli attori indiani più famosi ma c’è n’è uno in particolare che è carissimo a tutti noi italiani e io sto andando a incontrarlo.
Sono nella Soho House di Mumbai e sto per intervistare Sandokan! Sì, avete capito bene: tra poco mi siederò di fianco a Kabir Bedi.
Come mi presento a Sandokan?
Il cuore mi pulsa. Sono emozionato: come faccio a negarlo? Lo vedete dalla video intervista, ma d’altronde, sto per incontrare Sandokan!
Provo qualche domanda, cerco il modo migliore per presentarmi: “Kabir! Che emozione! Che emozione incontrarti dal vivo e… eh moh che gli dico?”
Riproviamo con un altro approccio: “Kabir, non mi sono mai perso un episodio di Sandokan! Te lo giuro!”
“Kabir, mia madre è innamorata di te, mia nonna pure…io anche!”
No, forse meglio non esagerare.

Riproviamo. “Kabir, io da piccolo a carnevale mi vestivo da Sandokan!”
“Kabir, all’isola dei famosi dovevi vincere tu, non c’è storia.”
Chi se non Sandokan doveva vincere l’Isola dei Famosi?
Hum… un’altra volta. “Che bella giacca? Lino?”
Cavoli, non ho più tempo è arrivato… e con lui anche sua moglie!
Una donna straordinaria che si presenta chiedendo al marito: cos’è per te la felicità? E rispondendosi anche “Ovviamente sono io per te!”
E non contenta rincara la dose senza dargli nemmeno il tempo di pensare: “E cosa ti rende felice? I baci di tua moglie!”
Un bel modo di rompere il ghiaccio… il clima è amichevole, ora mi tranquillizzo, sistemo l’inquadratura (è più alto di quanto mi aspettassi!) e possiamo iniziare.
Intervista a Kabir Bedi: tra cinema e famiglia
Non so quanto tempo per provare l’attacco dell’intervista e poi è lui a rivolgermi la prima domanda: “Come ti chiami?”
Niente di più semplice. Ed è anche il primo indiano a pronunciare il mio nome in modo corretto: Giuseppe! Qui infatti tutti pronunciano Giuseppi o qualcosa di simile… Ma ora è il momento che sia io a prendere la parola.
Kabir non puoi nemmeno immaginare come mi sento ora perché mi riporti a quando ero bambino. A quando avevo sei anni… Ricordo esattamente: sul divano, con tutta la mia famiglia sotto la coperta perché era inverno. Gennaio. Gennaio giusto?! Guardavamo tutti insieme Sandokan! E ovviamente quando la sigla iniziava, la cantavamo tutti
La tua presenza mi ricorda tutto ciò che ho ricevuto dall’Italia!
C’è un bel ricordo reciproco. Da noi sei una leggenda: sei l’uomo dietro la leggenda di Sandokan!
È un vero piacere essere qui. L’Italia mi ha dato l’opportunità di farlo, di essere quello che sono. Devo molto all’Italia.
Cosa facevi prima di diventare Sandokan?
Ero un attore. Lavoravo a Bollywood
Avevo lavorato per cinque anni nella pubblicità e prima ancora per un anno per il governo come libero professionista nel settore radio e televisione.
Quindi: televisione, radio, pubblicità per cinque anni e poi attore professionista per circa 3-4 anni.
In quel momento gli italiani arrivarono in città in cerca di Sandokan ma stavano cercando in tutta l’Asia non solo a Mumbai e alla fine, la faccio breve, ho avuto un’audizione a Roma e ho ottenuto il ruolo.
Wow! Ho letto che hai pagato il tuo biglietto per andare a Roma! È pazzesco!
Beh, si tratta di riconoscere l’opportunità. Quando mi dissero: “pagherai il biglietto” avrei potuto dire: “aspetta un minuto … Sono un attore affermato, come osi!”
Invece ho pensato: “no, questo potrebbe essere la strada per qualcosa di molto grande”.
Quindi riconoscere l’opportunità è molto importante ed è quello che ho fatto
Non ne ho fatto una questione di orgoglio.
Ne ho fatto una questione di orgoglio, invece, per la stanza d’albergo che mi hanno dato a Roma. Un hotel molto brutto nel quale non ho dormito.
Lì ho chiesto di spostarmi in uno migliore e poi ho ottenuto la parte.
Ho dovuto fare un provino per trucco, equitazione e nuoto, scene drammatiche e scene d’azione. E alla fine ho ottenuto il ruolo
Parlando con gli indiani, anche qui sei famosissimo. Tutti ti conoscono ma hai sempre avuto il ruolo del cattivo nei film indiani.
Negli ultimi anni si. Ho iniziato come attore protagonista.
Col passare del tempo ho fatto il mio film di maggior successo dove interpreto un eroe e che alla fine diventava cattivo
Quindi, era una grande sorpresa e questo mi ha permesso di ottenere molti ruoli da cattivo in India. Il che non mi dispiace, perché i ruoli negativi sono molto interessanti per gli attori.
Spero che la prima bozza sarà pronta entro il prossimo anno.

Sono anche i più difficili?!
Anche i più divertenti perché essere buoni può essere noioso.
Hai simpatia del pubblico perché stai facendo tutte le cose giuste ma il cattivo è colui che è imprevedibile, non sai cosa farà, quindi è sempre una cosa che lo rende affascinante
Se giochi bene a volte è più interessante di un eroe!
Non ci avevo mai pensato: quindi ti sei divertito quando recitavi nel film 007
Sì, mi sono divertito.
Far parte di un brand come Bond è molto speciale perché il “marchio” Bond è il franchising di maggior successo e più antico del mondo.
Ci sono milioni di persone in tutto il mondo che adorano James Bond e i suoi film e nel momento in cui ottieni qualche ruolo di qualsiasi importanza nel film di Bond queste persone ti scrivono da tutto il mondo vogliono che tu venga alle loro convention.
Vogliono che tu vada nei loro club, vogliono che tu vada al loro evento e ti ritrovi dentro un intero universo di Fan di Bond.
Quindi è speciale far parte di un film di Bond.
Qual è la cosa più folle che un fan ha fatto per incontrarti?
Sono stati vari ma ce n’era una che mi accusò di seguirla per Londra su una Rolls Royce
Un’altra continuava a presentarsi in vari punti inaspettatamente e guardandomi in modo minaccioso. Ma quando le parlavo diventava molto calma. Si presentò sul set del film Bond e le dissi: resta lì!
Lei probabilmente pensò: “Pensi di sbarazzarti di me, vero?”
“No no, resta un minuto li”… Poi chiamo la sicurezza e lei se ne andò
Una volta tornai a Bombay all’hotel Taj Mahal. Andai a prendere le chiavi della mia stanza e il receptionist mi disse: “c’è una signora che ti cerca”.
Io dissi: “Chi?”
Lui: “Quella signora”. La vidi da dietro e li dissi “mi scusi?”…
Quando si voltò era di nuovo lei: film dell’orrore! Pensavi di esserti liberato da me!?
No no!
Ce ne sono stati alcuni pazzi. Ci devono sicuramente essere quando hai quel livello di successo anche i pazzi ti adorano!
Ci credo! Ricordi il momento in cui hai capito di avercela fatto?
Non avevo idea di quanto fosse grande la serie quando iniziò a Roma perché in quei giorni non esistevano le e-mail.
Anche telefonare era un problema: dovevi prenotare una chiamata e ti avrebbero richiamato quattro ore dopo.
La gente cercava di chiamare il mio agente a Roma che rifiutava di rispondere alle mie chiamate.
Il mio produttore era irraggiungibile, il regista era irraggiungibile quindi ho pensato che probabilmente non era andato bene.
Poi un giornalista chiamò e disse: “Kabir devi venire a Roma. Il tuo film sta andando bene”.
Ho detto: “Davvero?”
Mi disse: “Sì, devi venire!”
Quindi decisi di andare: così arrivai a Roma e c’erano tutti quei paparazzi ai piedi dell’aereo!
Pensai: “Chi stanno fotografando?” Guardai dietro per vedere …
E poi la mia ragazza che era con me in quel momento, Parveen Babi, un’attrice indiana molto nota mi dette un colpo col gomito e disse: “Sono per te!”
E quello è il momento in cui ho capito che Sandokan aveva avuto questo enorme successo.
Tutto ciò che seguì dopo: dalla folla all’aeroporto, in hotel, per le strade, ovunque assalito
Il messaggio mi era arrivato. È una serie di successo e tu sei Sandokan!

Sandokan per la tua carriera, è stata la pietra miliare?
Direi di si. Ha cambiato tutto, mi ha dato l’opportunità di andare oltre Bollywood.
Non solo di avere una carriera in Italia ma anche a Hollywood: mi ha aperto molte porte e mi ha cambiato completamente la vita in termini di possibilità.
Direi che è l’evento più importante della mia vita.
Sei un grande attore, sei un attore molto famoso che ha fatto molti film ma leggendo la storia dei tuoi genitori mi sembra un altro grande film. Sembrano essere gli attori principali di un fantastico film di avventure! Quale era il tuo rapporto con loro?
È stata una relazione meravigliosa anche se molto insolita perché mio padre e mia madre si sono conosciuti a Oxford.
Fu il primo matrimonio tra uno studente indiano e una ragazza inglese.
Mia madre poi diventò la monaca buddista tibetana più importante del mondo. La prima occidentale… o meglio: la prima donna occidentale a raggiungere quel livello e a prendere i voti.
Ha cambiato la loro vita. Mio padre era un comunista che a tarda età scopre la sua spiritualità e divenne un grande guru.
Aveva una filosofia molto originale.
Mi sembrava tutto naturale. Per altre persone potevano sembrare speciali ma per me erano i miei genitori: mi hanno dato tutto l’amore del mondo e quel senso di affetto non si è mai assopito
Anche quando mia madre divenne suora. Anche quando mio padre andò in Italia.
Quindi i ricordi che ho di loro sono ricordi davvero belli perché erano persone straordinarie, belle persone che hanno dato la vita per rendere il mondo un posto migliore, lottare per l’indipendenza dell’India, per i diseredati, combattere per la giustizia sociale, la fame.
Queste cose sono qualcosa che fanno parte della mia eredità, del mio DNA.
Ho molto di cui essere grato per i genitori che ho avuto.
Hai mai pensato di fare un film su uno di loro?
Assolutamente! Voglio certamente fare un film su mia madre ed è già in corso.
Perché quella storia deve essere raccontata!
Quando l’ho letta ho detto: “è incredibile come non c’è ancora nessun film”.
Perché abbraccia praticamente la storia del XX secolo: dalla prima guerra mondiale, dove è stato ucciso il padre di mia madre, a Oxford e al razzismo negli anni Trenta.
Fino a Berlino dove si trovavano durante l’ascesa di Hitler e si trasferirono in India.
Si unì al Mahatma Gandhi e la lotta per la libertà in India, facendo parte di quel movimento.
C’è gran parte di ciò che stava accadendo in Kashmir tra India e Pakistan, la rivolta in Tibet che ha portato il Dalai Lama in India insieme a centinaia di migliaia di rifugiati tibetani e tutto il lavoro che mia madre ha svolto per loro fino alla scoperta del buddismo e diventando suora.
Poi viaggiò a livello internazionale per diffondere il buddismo.
Quindi, letteralmente la storia del secolo scorso è contenuta nelle loro vite.
Quindi è un film di dimensioni epiche, è come Zhivago e la rivoluzione russa.
Questa è: “Freeda e Baba Bedi” e la lotta per la libertà indiana.
Bene spero che lo farai molto presto perché mi piacerebbe vederlo!
Sto lavorando con alcune persone molto importanti per metterlo insieme
Sei uno dei pochi attori, uno dei pochi grandi attori che non hanno mai fatto un’autobiografia. Vorrei sapere perché.
Ok, lo dico pubblicamente: sto facendo la mia autobiografia, scrivendola proprio ora.
Per molti anni ero in conflitto con me stesso sulla scrittura di un’autobiografia perché c’erano questioni etiche che non ero in grado di superare
Dovrei dire la tutta verità e influenzare la vita delle altre persone? Come posso fare questo? come dovrei dirlo? Parto dall’inizio, dovrei andare dall’inizio alla fine? Dovrei andare a ritroso?
Non riuscivo a risolvere queste domande.
Avevo tempo per scrivere o meno un’autobiografia? Come scriverla? Come strutturarla e per chi scriverla?
Alla fine ho risolto tutti questi dubbi e ora sto scrivendo la mia autobiografia.
Spero che la prima bozza sarà pronta entro il prossimo anno.
Wow. In questa intervista ci saranno 2 novità per tutti! Grazie Kabir per averci concesso questa “esclusiva”! Ovviamente ho chiesto anche a Kabir Bedi quale fosse la sua ricetta della felicità: non potevo non chiedere a Sandokan quale fosse la sua visione del concetto di Happiness!