
AAA Astronauti cercasi
Chi di noi non ha pensato, a un certo punto della propria infanzia, di fare l’astronauta da grande?
Di viaggiare nello spazio, di vedere la Terra da lontano e i pianeti e le stelle più da vicino (si fa per dire).
Di fluttuare nel vuoto indossando il tutone e chissà, prima o poi di salvare l’umanità da questa o quella minaccia aliena.
Poi si diventa grandi per davvero e i sogni tornano con i piedi… sulla Terra. Ma non per tutti!
Io con un astronauta ci ho parlato (qui la mia intervista con Luca Parmitano) e ho avuto la fortuna di visitare la NASA da una prospettiva veramente unica in compagnia del mitico Zio Ken.
Niente a che vedere però con quei ragazzi e ragazze che studiano sempre con un occhio alle stelle, diventano piloti, ingegneri e continuano a coltivare quel sogno: diventare astronauti.
Ed è proprio di questi giorni una occasione imperdibile per diventarlo: l’Esa, l’Ente spaziale europeo, cerca nuovi piloti da inserire nel team.
Il bando ESA Astronaut Selection si apre il 31 marzo e scade il 28 maggio ed è davvero più unico che raro: l’ultima campagna di reclutamento risale al 2008 e dal 1978 ne sono state avviate solo tre.
La prima volta di un para-astronauta
La vera grande novità di questo bando è l’apertura anche ai portatori di disabilità.
È la prima volta al mondo ed è motivo d’orgoglio tutto europeo.
Al momento possono accedere alle selezioni i candidati che hanno una disabilità alle gambe (un’amputazione al livello dei piedi o sotto il ginocchio), una forte differenza nella lunghezza delle gambe o una statura inferiore al metro e 30.
Trattandosi di uno studio di fattibilità, “non possiamo garantire che il parastronauta volerà nello spazio – ha detto presentando il bando Astroluca-Luca Parmitano – ma metteremo tutto il nostro impegno per capire come adeguare i programmi. Vogliamo che questa non sia solo una moda passeggera, ma una evoluzione strutturale del volo spaziale“.
Chissà se può interessare al mio amico David Mzee: un ragazzo che è tornato a camminare dopo essere rimasto paralizzato non credo abbia paura dello spazio… Proverò a chiederglielo…
Largo alle donne
Per fortuna le cose sono cambiate e le donne nello spazio non sono un tabù da tempo – Samantha Cristoforetti docet.
Ma sono ancora una minoranza e l’Esa invita espressamente le donne a candidarsi: “Vogliamo ricevere le loro candidature – spiega l’agenzia spaziale europea -, non ci basta il 16% di donne che ha fatto domanda nelle campagne precedenti. Come Esa abbiamo l’ambizione di immaginare e rendere possibile il futuro, per riuscire a farlo abbiamo bisogno di ricchezza di prospettive”.
Come diventare astronauti: i requisiti.
Sognare in grande è bello, ma fare l’astronauta non è per tutti.
Dunque ecco i requisiti necessari per candidarsi:
- bisogna essere cittadini di un Paese membro o associato dell’Esa,
- essere in possesso di laurea specialistica o titolo superiore in Scienze naturali, Medicina, Ingegneria, Matematica o Scienze informatiche,
- avere tre anni di esperienza lavorativa dopo la laurea oppure disporre di un brevetto di pilota collaudatore sperimentale.
Età massima 50 anni.
Altre caratteristiche:
- fluente conoscenza della lingua inglese,
- estrema flessibilità in termini di sede e orario di lavoro.
Richiesta anche la disponibilità a partecipare a esperimenti di bio-scienza.
La nuova squadra sarà composta da 4 a 6 astronauti o astronaute.
Cosa consigliano i veterani?
“Fate la domanda – è l’invito di Samantha Cristoforetti, astronauta italiana del corpo Esa. Molti non sono abbastanza fiduciosi nelle loro possibilità, ma io direi: non importa, se avete i minimi requisiti e passione fate la domanda. Ce la potete fare”.
Il collega Luca Parmitano: “All’ultimo bando hanno partecipato 8.420 persone, sogno che questa volta siano il doppio. Il consiglio è: siate voi stessi“.
“Diventare un’astronauta è stato un sogno che si è avverato. Riunisce molte delle mie passioni: scienza e tecnologia, macchinari complessi, impegnativi ambienti di lavoro, team internazionali, preparazione fisica, risonanza pubblica. E, naturalmente, ogni tanto ti capita di fare un giro su un razzo per lavoro!“.
Parola di Samantha Cristoforetti