Una sera mi sono imbattuto per caso in una registrazione del famoso programma americano “Inside the Actor Studios” in cui il conduttore, James Lipton, invitava le più grandi star di Hollywood a rispondere a 10 domande: il “Pivot Questionnaire”.
Erano sempre le stesse, per ogni puntata e per ogni ospite. 10 domande inusuali alle quali potrebbe rispondere chiunque ma che permettevano al presentatore di mettere così a proprio agio l’intervistato da riuscire a far cadere la maschera della star e creare un’atmosfera intima.
Questo tipo di intervista mi è sembrata geniale e perfettamente adattabile ai miei scopi.
Le mie 10 domande saranno quindi il filo conduttore di ogni intervista e mi permetteranno di scoprire la personalità dell’intervistato e il suo approccio alla felicità, senza poter mai prevedere dove finirà la conversazione grazie alla loro libera interpretazione.
Sono domande che stuzzicano anche la curiosità dello spettatore che inconsciamente pone a se stesso, mettendosi alla prova per scoprire cosa risponderebbe lui/lei al posto dell’intervistato. È proprio questa la reazione che voglio ottenere: il desiderio di sapere cosa risponde l’altra persona e confrontarlo con le proprie risposte.
Sebbene il clima dell’intervista sarà sempre leggero e divertente, tutte le risposte mi aiuteranno ad arrivare, alla fine della ricerca, a trarre la mia personale conclusione su cos’è la felicità.