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Storie di aeroporti e non solo, con Daniel Mazza.

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Mi manca viaggiare in aereo ma soprattutto mi mancano gli aeroporti.

In questi anni me ne sono capitate davvero tante! Durante Progetto Happiness, ad esempio, ho trascorso una notte intera in Aereoporto a Nuova Delhi. Il mio volo per Chengdu (Cina) era stato cancellato e sono rimasto bloccato per questi dieci ore.

Anche se sembra strano, in un mondo dove siamo sempre abituati ad andare di fretta, non ne ero dispiaciuto.

Devo ammettere che in linea di massima trascorrere del tempo in aeroporto mi piace anche…

Mi rilassa, mi rende più produttivo, mi permette a volte anche di allenare la mia curiosità e la mia fantasia osservando volti, espressioni, emozioni di sconosciuti da ogni parte del Mondo.

Pensavo che il mio fosse un caso disperato finché non ho conosciuto Daniel Mazza, creatore di Mondo Aeroporto!

Oggi sono felice di poterlo ospitare nel blog di Progetto Happiness perché possiamo condividere questa passione comune e parlare un po’ di tutto quello che può succedere prima e dopo un volo.

Mondo Aeroporto: dove tutto è iniziato

Ciao Daniel! Grazie per avermi dedicato un po’ del tuo tempo. Pensavo di essere un pazzo ad amare le lunghe attese in aeroporto ma da quando seguo il tuo blog so di non essere il solo! Puoi raccontare come nasce Mondo Aeroporto a chi ancora non lo conosce?

Mondo Aeroporto nasce per la voglia di condividere.

Ho iniziato a lavorare in aeroporto nel 2008, più o meno con l’arrivo dei Social Network in Italia. Avevo bisogno di raccontare cosa mi capitava durante le mie giornate di lavoro.

Ero un addetto alla sicurezza all’aeroporto di Torino e quindi incontravo migliaia di persone ogni giorno e me ne capitavano di tutti i colori.

Così ho deciso di aprire prima una pagina su Facebook dove raccontare tutti questi aneddoti, chiamata appunto “Mondo Aeroporto”.

Da lì poi l’evoluzione è stata rapida: dalla pagina al sito web mondoaeroporto.it, poi un libro, poi il racconto dei viaggi intorno al mondo, la viralità dei contenuti, il secondo libro, interviste, radio, tv, le mie prime collaborazioni, la nascita dei miei viaggi di gruppo e quindi il licenziamento.

Mondo Aeroporto ora sono io, è il mio alias, ma anche tutto quello che ho fatto dal primo status su Facebook ad oggi.

Ora che non lavori più in Aeroporto, cosa è diventato per te questo spazio? Io li considero come dei piccoli Mondi…

L’aeroporto per me ha segnato inconsapevolmente la svolta. Da lì è partito il mio percorso.

Probabilmente se avessi fatto un altro lavoro, non sarei qui a raccontare la mia storia.

Oggi l’aeroporto per me è quel luogo dove vengono incanalate le mie emozioni: una nuova partenza carica di sensazioni positive o un malinconico ritorno tra chissà quanti ricordi meravigliosi.

Nei miei primi viaggi in solitaria adoravo spiare gli altri viaggiatori, i loro sguardi, i loro occhi commossi mentre abbracciavano un loro caro e cercare di immaginare la loro destinazioni.

Le prime volte sognavo anche soltanto attraversando quei lunghi corridoi aeroportuali e leggendo nelle porte d’imbarco le varie città d’arrivo, dicendomi: prima o poi arriverò anche io.

Aneddoti e curiosità

Sul tuo blog ci sono diversi aneddoti e racconti: ci potresti raccontare una cosa curiosa successa in aereo o in un aeroporto durante i tuoi viaggi? Immagino sia difficile scegliere 😉

Guarda è difficile davvero, perché su questi aneddoti ci ho scritto un libro intero (“Mondo Aeroporto – aneddoti comici dagli aeroporti del mondo”, reperibile anche su Amazon).

Ai controlli di sicurezza capitava sempre qualche discussione sui liquidi da portare (al massimo 100ml per contenitore) e in tanti giustificano lo shampoo dicendomi “ma non va bene nemmeno se è alla frutta?”

Altre volte invece durante il rullaggio, poco prima del decollo, un passeggero veniva interrotto dall’assistente di volo che lo avvisava “Guardi adesso non può più parlare al telefono” e lui riferendosi al suo interlocutore al telefono “Non posso più parlare ora, parla tu!”

Oppure la mamma che sale in aereo e vorrebbe mostrare la cabina di pilotaggio al bimbo, ma la capo cabina precisa “Mi scusi, dopo l’11 Settembre non è più possibile” e lei pronta risponde “vabbè, ma siamo a Maggio!”

Potrei continuare all’infinito e ti posso assicurare che sono tutte vere anche se sembrano vere e proprie barzellette.

Viaggiare in aereo senza sorprese: qualche consiglio

Dalla tua esperienza, sia di viaggiatore, di “insider” ma anche di blogger, quali consigli ti sentiresti di dare a chi vuole viaggiare in aereo e magari non vorrebbe trovarsi in qualche situazione spiacevole?

Sul blog ci sono diversi articoli dove elenco i consigli per evitare alcuni disagi che potrebbero causare in aeroporto: qualche trucchetto per scampare l’overbooking, la perdita del bagaglio, per dribblare l’imbarco della valigia o cosa fare se si arriva in ritardo o se ci cancellano un volo.

Ma questi magari sono chiacchiere da fare ad un viaggiatore già più esperto.

Per i meno habitué, il consiglio è quello di non perdere mai il proprio documento d’identità o passaporto, l’unica cosa che ci potrebbe tenere davvero a terra.

Fare attenzione alla dimensione del nostro bagaglio a mano e per quanto riguardo i contenuti, ricordarsi che ogni contenitore di liquidi e creme deve misurare al massimo 100ml.

Sul blog ci sono anche articoli che rassicurano tutti quelli che hanno paura di volare: non preoccupatevi, è statisticamente molto più pericoloso andare a fare la spesa.

Come è cambiato il modo di viaggiare

Ho visto che la Pagina Facebook di Mondo Aeroporto è nata nel 2010. Complimenti! In questi dieci anni come pensi sia cambiato il modo di approcciarsi al mondo dei viaggi?

Già 10 anni! Wow, volati. Nel 2010 i social network erano una novità e con un semplice click potevi collegarti con l’altra parte del mondo, proprio come succedeva con me e la mia famiglia.

Mi sono trasferito a Sydney, in Australia, nel 2012 e all’inizio i social ci davano modo di comunicare in maniera semplice, scambiandoci live foto, video e chiamate.

C’è anche da dire che oggi nel 2020 non c’è molto da sdoganare o scoprire e l’unica cosa che può cambiare l’approccio ad un viaggio è il modo di raccontarlo.

Ognuno di noi ha la possibilità di raccontare un luogo in maniera unica e speciale.

Quello che cerco di fare io nei miei racconti attorno al mondo è proprio quello: mantenere vivo il fanciullo e l’entusiasmo che vive dentro me.

In molti si sono convinti di viaggiare con me in Islanda, nonostante odiassero il freddo, soltanto per il modo in cui la raccontavo ogni volta che mi trovavo in quei luoghi. Molti di noi hanno bisogno di emozioni per viaggiare e non soltanto di foto da copertina.

Viaggiare da soli o in gruppo?

In Modo Aeroporto c’è una sezione interamente dedicata ai viaggi di gruppo. Io ho viaggiato per diverso tempo da solo. Quali sono a tuo avviso i vantaggi di viaggiare in gruppo?

Ho viaggiato in solitaria per anni, tra Australia e Sud-Est Asiatico e l’ho anche raccontato nel mio secondo libro che ho pubblicato con mamma Sperling&Kupfer, “Destinazione Mondo”.

Ho fatto molta esperienza e sono cresciuto caratterialmente. Nel mentre condividevo i miei viaggi sui social e il seguito saliva vertiginosamente.

Così, quando ho scelto di mollare tutto per credere nel mio progetto, ho provato a mettere a disposizione la mia esperienza maturata negli anni per tutti coloro che volevano viaggiare con me in viaggi non convenzionali.

Così è nata la possibilità di creare viaggi di gruppo con gli iscritti o con coloro che mi seguivano da anni.

Oggi mi sono strutturato meglio, creando un tour operator con altri amici travel blogger, al nome si SiVola.it

Tutti noi abbiamo vissuto lo stesso percorso ed oggi proponiamo viaggi incredibili intorno al mondo: Mongolia a cavallo, Groenlandia in veliero, Svalbard in motoslitta, la Via della seta via terra, l’Islanda on the road per dare la caccia all’Aurora Boreale.

Questi sono solo i primi che mi vengono in mente e i vantaggi di viaggiare in gruppo in questo modo sono molteplici: se viaggi con me (o i miei colleghi), sai chi ti troverai di fronte.

Siamo personaggi social ed alcuni mi seguono da così tanto tempo che ormai sembriamo far parte di una grande famiglia.

In tanti poi non hanno tempo per organizzarsi degli itinerari che potrebbero risultare complessi, né magari coraggio per affrontare alcuni viaggi dall’altra parte del mondo.

In questo caso saremo noi la spinta motivazionale che li porterà a prendere questa scelta: partire!

Futuro e felicità

Siamo quasi alla fine di questa intervista… ti rubo ancora qualche minuto. Dopo questo anno difficile per tutti noi amanti dei viaggi, quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Questo periodo di stop forzato mi ha portato a lavorare a fari spenti su diversi progetti: l’ultimo è stata una follia nata in 5 minuti. Io e Carlo di Italianyes, un altro ragazzo con il quale ho fondato il tour operator, siamo partiti dall’Italia direzione Lapponia, in auto.

Sapevamo che da lì a poco sarebbe arrivare una tempesta solare potentissima e avrebbe portato un’Aurora boreale super.

Così dopo 3 giorni di viaggio e diverse problematiche (abbiamo rischiato di essere rimbalzati in Germania e al confine con la Danimarca) ci siamo trovati sotto l’Aurora più forte degli ultimi tempi.

Gli altri progetti invece riguardano viaggi solidali, viaggi sportivi, spedizioni green e rubriche che andremo a condividere nei prossimi mesi sui nostri canali. Vogliamo diventare grandi e maturi, insegnare una modalità di viaggio consapevole e vogliamo portare la gente a vivere le esperienze più belle della loro vita e non semplici viaggi. Ah, non chiamatele vacanze perché sennò ci arrabbiamo.

Leggendo e curiosando sul tuo blog ho trovato un interessante articolo dal titolo “La felicità è un modo di viaggiare, non una destinazione”. Con largo anticipo mi hai fatto l’assist per la domanda finale… Qual è per te la ricetta della felicità?

Scelsi di scrivere quell’articolo dopo un mio viaggio in Thailandia, a contatto con diverse famiglie del posto.

Ero diventato lo zio adottivo e quando tornai a casa, regalai dei piccoli pensierini ai miei nipotini acquisiti e mi emozionai tantissimo vedendo le loro reazioni, ma soprattutto quelle dei genitori.

Non voglio passare assolutamente per quello che crede che regalando una bambola si possa cambiare il mondo, ma quel piccolo gesto mi aveva scatenato reazioni fortissime e avevo deciso che in ogni viaggio che avrei fatto nella mia vita, avrei voluto fare qualcosa di positivo nel mio piccolo.

Volevo fare cose incredibili, essendo una persona normale.

Questa è la felicità: pensare di fare sempre un qualcosa in più.

Così ho fatto in Thailandia, poi in Vietnam organizzando una raccolta fondi per acquistare materiale scolastico a 10 orfanotrofi del Paese, organizzando una raccolta giochi per i bimbi terremotati del centro Italia e comprando un minibus per delle bimbe cingalesi vittime di violenza, ospitate in una struttura ad Ibbawale, in Sri Lanka.

Sono stati viaggi impegnativi e usuranti, ma fatti con il sorriso nel cuore, sempre alla ricerca della felicità.